Suicidi ed economia.

Voglio tornare su un argomento ormai troppo abusato e che sinceramente mi infastidisce e di cui non avrei voglia di parlare, ma basta andare per la strada e sentire le litanie da disperati e gli stessi giornalisti che ogni sera si scagliano contro questo governo che mi fa montare la schiuma alla bocca. Dei politici non parlo neanche. Che questi, che hanno affossato il mio paese, abbiano ancora il coraggio di mostrare la faccia e di parlare, è normale, se no, non avrebbero fatto quel mestiere. Lo so che sto parlando come un grillino e questo mi fa orrore, ma questa gente non riesce a capire che si sta uccidendo da sola, ad ogni parola che pronunciano precipitano sempre di più nel guano che li farà affogare. Invece è più fastidioso il grido di dolore, che come avevo già accennato viene quasi sempre, non da chi si trova davvero in difficoltà, ma da quelli che generalmente hanno contribuito con i loro comportamenti a crearla. Negozianti che non ti fanno uno scontrino giusto neanche coi finanzieri alla porta e professionisti a cui la parola fattura provoca shock anafilattici, tuonano contro chi non paga le tasse e contro il governo che le fa pagare sempre agli stessi e infine l'ultima novità: attenzione, cercate di camminare al centro della strada se volete evitare di essere centrati dalla gente che si lancia dalle finestre a causa della crisi economica. 

Piove e come sempre : governo ladro. I giornali titolano: Impennata di suicidi, infami politicanti interpellano Monti perché relazioni sull'impressionante ondata di morti per troppe tasse. E' chiaro che ogni singola persona che sceglie questa tragica strada è un dramma insanabile per chi gli sta vicino e per la società che non lo ha aiutato, ma è vero che bisogna registrare questo aumento di vittime a causa della più forte crisi economica di tutti i tempi? Le fredde cifre dicono esattamente il contrario. In Italia si contano circa 3000 suicidi all'anno, mentre erano circa 4000 all'inizio degli anni novanta. In realtà la motivazione economica è la meno rilevante tra questi, infatti quasi la metà si toglie la vita per motivi di salute, una su 10 per motivi di cuore e solo una su 20 per motivazioni economiche. Sempre troppe sicuramente, ma bisogna rilevare che questo ha pochissima rilevanza con la situazione creatasi negli ultimi mesi, infatti se vogliamo considerare le cifre che non mentono mai, al contrario dei media che hanno bisogno di enfatizzare le notizie per avere ascolto, tra l'inizio di quest'anno e l'8 maggio si sono avuti 38 morti imputabili a ragioni economiche pari a 0,29 al giorno (circa un decimo delle morti sul lavoro, tanto per dire, ma questo non c'entra), mentre nel 2009 è stato  0,54 e  0,51 nel 2010, come a dedurre che si sono praticamente dimezzati, anche se rimangono sempre troppi e anche uno solo lo sarebbe, altro che impennata dei suicidi! 

Volendo poi fare un paragone con gli altri dobbiamo rilevare che la Germania che se la passa meglio di tutti sul fronte economico ha una percentuale di suicidi doppia della nostra (e in Finlandia, altro paese che gode, il quadruplo), mentre la miseranda Grecia nella cacca fino al collo e sull'orlo della guerra civile, ne registra la metà di noi. Credo quindi  che tutto questo battage pubblicitario sull'argomento sia uno dei tanti modi per dare addosso immotivatamente a chi cerca (finalmente) di risolvere in pochi mesi quello che gli altri hanno distrutto nell'ultimo decennio, anche se non mi ricordo bene chi governava in questo periodo. Una delle tante scuse per minare (non solo materialmente) Equitalia che cerca di far pagare le tasse a chi ha sempre cercato di svicolare, perché tanto, ritarda ritarda alla fine si guadagna. Chi le tasse le ha sempre pagate di Equitalia se ne fa un baffo, date retta a me. E allora via tutti insieme a cercare l'uomo nuovo che occupi gli spazi perduti dalla destra, ma attenzione, come suggerisce Enzo Sara, Montezemolo, dopo le prove libere del Gran Premio di Montecarlo ha ritoccato i suoi piani, non vuole guidare un partito di massa, ma un partito di Alonso.


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